
Si stima, infatti, che attualmente venga utilizzato forse il 30% dell'acqua disponibile: ma in questo 30% sono compresi tanto l'Islanda, che possiede 500mila metri cubi d'acqua pro capite annui, nonche' il Canada, che dispone del 20% delle risorse idriche del pianeta, quanto l'Egitto che, nonostante il Nilo, di acqua ne ha soltanto pochi metri cubi pro capite all'anno.
Il fabbisogno medio di acqua viene stimato fra 600 e 860 metri cubi pro capite (da 1.600 a 2.400 litri al giorno) pero' diverse organizzazioni internazionali considerano di "penuria" una situazione in cui ogni abitante disponga di meno di 1.000 metri cubi all'anno. Ancora piu' evidenti sono poi gli squilibri a riguardo dell'acqua potabile: contro una disponibilita' giornaliera di 600 litri pro capite negli Stati Uniti e di 200 in Europa, gli abitanti dell'Africa possono contare solo su 40 litri e anche li con notevoli differenze da paese a paese. Negli ultimi venti anni il fabbisogno globale di acqua e' aumentato del 40% e la maggior parte dell'incremento si e' verificato in Paesi che del prezioso liquido gia' ne avevano poco, inasprendo notevolmente le difficolta' di trasporto e di distribuzione.
La compromissione dell'ambiente causata dallo sviluppo industriale si manifesta, oltre che in frequenti e dolosi casi di inquinamento delle acque e delle falde sotterranee, anche nella deforestazione, che porta scarsita' di precipitazioni in certe zone e a periodiche e violente inondazioni in altre.
Il nostro Paese e' uno dei piu' ricchi di acqua al mondo con 155 miliardi di metri cubi l'anno, pari a 2.700 metri cubi pro capite. Pero', irregolarita' e inefficienze nei flussi riducono questa disponibilita' a 110 miliardi di metri cubi totali e 2.000 metri cubi pro capite. La disponibilita' si riduce ulteriormente se si considera la sola acqua fresca (fresh water) termine con cui si intende l'acqua che contiene ridotte concentrazioni di sali e altri solidi dissolti. In Italia la disponibilita' pro capite del prezioso liquido e' inferiore a quella degli altri principali Paesi industrializzati e anche di diversi Paesi in via di sviluppo.
In effetti, la disponibilita' d'acqua continua a diminuire e per quattro mesi l'anno il 15% della popolazione, ossia circa 8 milioni di persone, e' sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo di 50 litri di acqua al giorno a persona. Questo anche perche' l'acqua e' erogata da una miriade di enti e soggetti diversi attraverso 13mila acquedotti: un terzo dell'acqua disponibile si disperde lungo reti spesso fatiscenti e corrose, entra nelle condotte idriche ma si smarrisce per strada. Anche nelle case avvengono molti sprechi: rubinetti e tubazioni che perdono, acqua lasciata a scorrere inutilmente a lungo, innaffiamenti eccessivi e infine praticamente non esiste il riciclo e il riutilizzo dell'acqua.
Per porre rimedio a questa situazione occorrerebbero in Italia come nel mondo, enormi investimenti e soprattutto l'adozione di politiche economiche orientate al principio di far pagare ai consumatori i costi reali dell'acqua (del tutto simili a quello che avviene gia' per gas ed energia elettrica). Altrettutto utili sarebbero altre strategie quali un massiccio ricorso a impianti di desalinizzazione da cui ricavare acqua per l'agricoltura nonche' l'utilizzo di impianti di irrigazione alternativi e innovativi per risparmiare acqua.
E quindi, non ci si dovrebbe affatto meravigliare se nei prossimi decenni fosse proprio l'acqua a diventare un problema economico e anche politico preminente nei rapporti fra le nazioni e anche all'interno di esse.
Sul sito Altroconsumo sono elencati i consigli per utilizzare al meglio il prezioso liquido e spendere meno in termini economici e ambientali.
Fonte: Studi e ricerche Ing